CEFALEA…AIHMÈ QUESTA CONOSCIUTA

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Ph = Fonti da Internet

Il mal di testa (o cefalea) rappresenta per l’uomo uno dei maggiori motivi di richiesta visita medica. L’incidenza durante la vita è molto elevata e sono soprattutto le donne a soffrirne.

Tabella dei Contenuti

CEFALEA E POSTURA

Nella diagnosi dei dolori si cercano sempre delle lesioni anatomiche nel luogo in cui il dolore si evidenzia, non tenendo in considerazione la possibilità che questi siano dovuti ad una alterata funzione muscolare.

Ciò privilegia la posturologia e la chinesiologia come metodi diagnostici più efficaci rispetto alla classica diagnostica con Raggi X, TAC, Risonanza Magnetica, Ecografia, Xcintigrafia, etc.

Come si crea lo squilibrio

Una postura scorretta è determinata e mantenuta da una costante e continua contrazione muscolare errata, dove alcuni muscoli sono in ipertono e producono troppo acido lattico e altri in ipotono e consumano poco ATP (adenosina trifosfato), il cui eccesso viene mandato fuori della cellula e attiva pure lui i recettori del dolore.

Solo successivamente la costante posizione errata dei capi ossei, dovuta all’azione dei muscoli, porta a lesioni ossee o dei dischi intervertebrali (a loro volta responsabili di altro dolore).

Quasi sempre però i problemi scheletrici, in assenza di malattie congenite, traumi o lavori usuranti, nascono da un problema di postura e dunque da una attività muscolare scorretta.

Errori di postura

Il controllo posturale è determinato dalle afferenze sensoriali che arrivano al cervello.

La bocca è la parte del corpo che determina la maggior parte delle informazioni scorrette causa di dolori posturali, quindi è la causa più frequente di alterazioni posturali.

I sintomi più frequenti sono i dolori riferiti a vari livelli del corpo e, nella fase iniziale, i dolori sono dovuti a un alterato utilizzo delle catene muscolari:

  • Cefalea
  • Cervicalgia
  • Dolori alle spalle
  • Lombalgia
  • Dolori alle ginocchia e piedi
  • Dolori mestruali
  • Alterazioni del ciclo mestruale
  • Riduzione della forza muscolare, cosa importante soprattutto negli atleti

Masticazione e Deviazione Mandibolare

A parte interventi scorretti medici, ci sono tantissime malocclusioni che portano a difetti posturali.

I denti hanno forme diverse a seconda del loro utilizzo.

Triturano una media di 200 gr. di cibo al giorno, 73 Kg in un anno e 1460 Kg in 20 anni, cioè quasi una tonnellata e mezza.

In una bocca ben funzionante la masticazione deve avvenire per lo stesso tempo in entrambe le arcate.

 

Molte persone però masticano prevalentemente da un solo lato e pertanto l’usura dentale sarà diversa tra i due lati.

Dal lato masticante le cuspidi (salienze di smalto) si abbassano di più e la mandibola si devia verso quel lato per permettere ai denti di rimanere a contatto e continuare a masticare.

Non è la mandibola che si devia in autonomia, ma è il cervello che, rilevando uno scarso contatto tra le arcate con i denti più usurati, ordina ai muscoli dello stesso lato di contrarsi di più e a quelli del lato opposto di meno, per mantenere una masticazione efficace.

La conseguente deviazione della mandibola è dunque determinata da una variazione costante e continua del tono dei muscoli masticatori: ipertonico dal lato deviato, ipotonico dal lato opposto. Questi muscoli inizieranno a dolere e il paziente riferirà di aver dolore alle tempie, e alla faccia.

Lo spostamento della mandibola fuori del baricentro del cranio obbliga il Sistema Nervoso Centrale ad altre correzioni, perché la testa tenderebbe a cadere verso il lato deviato se non si attivassero di più i muscoli di collo e spalle soprattutto del lato opposto per mantenere la testa eretta. Da qui i dolori nucali, del collo e delle spalle.

CLASSIFICAZIONE DELLE CEFALEE

Le cefalee non sono tutte uguali. Esse si suddividono in:

  • Cefalee primarie
  • Cefalee secondarie

Cefalee Primarie

Comprendono: Cefalea Tensiva – Emicrania – Cefalea a Grappolo

Cefalea di tipo tensivo

La cefalea tensiva è la più diffusa, e l’incidenza di tali episodi di è di circa il 65% anche se molte persone non si recano dal medico curante quando insorge.

L’attacco tipico di cefalea di tipo tensivo può essere di intensità da lieve a severa, bilaterale e non ha carattere pulsante.

Può inoltre essere accompagnata o meno da dolorabilità dei muscoli pericranici.

Criteri diagnostici

Frequenza
Almeno 10 episodi di cefalea che si verifichino in media <1 giorno al mese (<12 giorni all’anno) e che soddisfino i criteri “durata” e “condizioni”
Durata
Da 30’ a 7 gg
Presenza di almeno 2 delle 4 caratteristiche
  • localizzazione bilaterale
  • qualità gravativa o costrittiva (non pulsante)
  • intensità lieve o media
  • non aggravata dall’attività fisica di routine, come camminare o salire le scale

Verifica di entrambe le condizioni:

  • assenza di nausea e vomito
  • può essere presente fotofobia oppure fonofobia, ma non entrambe

Emicrania

È la più diagnosticata. Si caratterizza per i suoi frequenti attacchi, più spesso è unilaterale e assume una caratteristica pulsante.

Può essere accompagnata da altri segni o sintomi tra cui: nausea, vomito, fotofobia e fonofobia.

I principali fattori scatenanti sono: stress, ciclo mestruale, stimoli visivi, cambiamenti climatici, nitrati, vino, digiuno, disturbi del sonno e aspartame.

Tipologie

Abbiamo emicranie con aura e senza aura. L’aura consiste in un insieme di sintomi del sistema nervoso completamente reversibile: di solito prima aumentano, poi regrediscono, e sono seguiti da una cefalea accompagnata da nausea, vomito, fotofobia e fonofobia.

Sintomi meno comuni associati all’aura sono i disturbi del linguaggio.

Criteri diagnostici

Emicrania Senza Aura Emicrania con Aura
Frequenza

Almeno 5 attacchi che soddisfino i criteri Durata-Condizioni

Almeno 2 attacchi che soddisfino i criteri Durata-Caratteristiche

Durata

La cefalea dura 4-72 ore

(non trattata o trattata senza successo)

Uno o più dei seguenti sintomi dell’aura completamente reversibili:

  1. visivi
  2. sensitivi
  3. parola/linguaggio
  4. motori
  5. del tronco encefalo
  6. retinici
Presenza di almeno 2 delle 4 caratteristiche
  • localizzazione unilaterale
  • dolore di tipo pulsante
  • dolore con intensità media o forte
  • almeno un sintomo dell’aura si sviluppa gradualmente in >5’ e/o due o più sintomi si verificano in successione
  • ogni singolo sintomo dura 5’
  • -60’
  • almeno un sintomo dell’aura è unilaterale

Alla cefalea si associa almeno una delle seguenti condizioni:

  1. Presenza di nausea e/o vomito
  2. Presenza di fotofobia e fonofobia

Cefalea a Grappolo

Esordisce in genere tra 20 e 40 anni. Gli attacchi di cefalea a grappolo si manifestano in periodi attivi, denominati “grappoli”, della durata di settimane o mesi e sono intervallati da fasi di remissione della durata di mesi o anni.

Il dolore della Cefalea a grappolo raggiunge la massima intensità nella regione orbitaria, sovraorbitaria, temporale, ma può estendersi anche ad altre aree del capo.

Criteri diagnostici

Frequenza

La frequenza degli attacchi è compresa tra 1 ogni 2 giorni e 8 al giorno per più della metà del periodo di tempo in cui la patologia è in fase attiva. Almeno 5 attacchi che soddisfino i criteri Durata e Condizioni

Durata

Dolore di intensità severa o molto severa, unilaterale, in sede orbitaria, sovraorbitaria e/o temporale, della durata di 15’-180’ (senza trattamento)

Associazione a 1 o 2 condizioni

Condizione 1 = almeno uno dei seguenti sintomi o segni omolaterali al dolore

  • iniezione congiuntivale e/o lacrimazione
  • congestione nasale e/o rinorrea
  • edema palpebrale
  • sudorazione facciale e frontale
  • arrossamento facciale e frontale
  • sensazione di orecchio pieno
  • miosi e/o ptosi (deformazioni pupilla e palpebre)

Condizione 2 = sensazione di irrequietezza o agitazione.

Cefalee Secondarie

Esse sono invece correlate a uno stato patologico sottostante che può provocare un’infiammazione delle strutture sensitive. La cefalea correlata a una patologia psichiatrica è considerata secondaria e infezioni, patologie vascolari, traumi sono ulteriori esempi di cefalea secondaria.

Criteri diagnostici

Cefalee Primarie Cefalee Secondarie
  • Emicrania
  • Cefalea tensiva

Cefalea a grappolo e altre cefalee autonomico-trigeminali

  • Cefalea attribuita a traumatismo cranico e/o cervicale
  • Cefalea attribuita a disturbi vascolari cranici o cervicali
  • Cefalea attribuita a patologie intracraniche non vascolari
  • Cefalea attribuita all’uso di una sostanza o alla sua sospensione
  • Cefalea attribuita a infezione
  • Cefalea attribuita a disturbo dell’omeostasi
  • Cefalea o dolori facciali attribuiti a disturbi di cranio, collo, occhi, orecchie, naso, seni paranasali, denti, bocca o altre strutture facciali o craniche

Cefalea attribuita a disturbo psichiatrico

Attualmente non si dispone di un test diagnostico per l’emicrania e gli studi di immagine non sempre riescono ad aiutare la formulazione di una corretta diagnosi. Diventa indispensabile allora puntare a una dettagliata valutazione della storia clinica del paziente per diagnosticare e classificare correttamente le cefalee.

Elementi di indagine

Le caratteristiche della comparsa della cefalea che vanno indagate:

  • durata
  • frequenza
  • localizzazione
  • severità
  • intensità
  • fattori scatenanti, aggravanti e limitanti.
  • l’età di insorgenza
  • la familiarità
  • lo stile di vita (dieta, utilizzo di caffeina, abitudini del sonno, tipologia di lavoro, stress).

La visita del paziente prevede inoltre un esame neurologico completo.

RICONOSCIMENTO DELLA CEFALEA COME MALATTIA SOCIALE E IMPATTO MALATTIA

E’ stato nell’ambito della XVII LEGISLATURA (2013-2018) alla Camera dei Deputati che è
stata fatta una PROPOSTA DI LEGGE a iniziativa dei deputati GIUDITTA PINI et al. per il “Riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale”.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha annoverato l’emicrania all’8°posto nella classifica delle patologie disabilitanti, al pari di altre patologie quali la cecità, la psicosi e la tetraplegia (The Lancet, 2012).

La prevalenza media annua di emicrania stimata per l’Europa è del 14,7% negli adulti (8% negli uomini e 17% nelle donne) con un picco di prevalenza nel periodo di maggiore produttività fisica e sociale, tra i 25 e i 55 anni di età (Stonver, 2010).

Stime al di sopra della media europea, sono state rilevate in Italia da uno studio epidemiologico (studio PACE) condotto su 904 soggetti di età superiore a 18 anni, rappresentativi della popolazione generale adulta di Parma, 30,1% donne e 12,1% uomini (Ferrante, 2012).

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Nasce dall’interazione tra 3 SCIENZE:

  • La POSTUROLOGIA permette di verificare quali catene muscolari sono alla base dei dolori del Paziente
  • L’ODONTOIATRIA e più specificatamente la GNATOLOGIA (una sua specializzazione) permette di trattare le malocclusioni che sono alla base dei disturbi del Paziente (70% dei casi nella statistica personale).
  • La KINESIOLOGIA ci dice qual è la causa o le cause delle alterazioni posturali alla base dei dolori e indica le correzioni da apportare per ripristinare una postura corretta.

 L’efficacia del Programma Postura OK è ben documentata dalle testimonianze che trovi su questo sito e sul nostro canale YouTube di centinaia di pazienti che, in quasi 40 anni, si sono affidati al nostro programma terapeutico per migliorare sensibilmente la qualità della loro vita e risolvere definitivamente i loro disturbi.

Esistono numerose ricerche scientifiche che dimostrano una correlazione tra benessere psico-fisico ed equilibrio dell’ingranaggio dentale e tra queste le linee guida presentate dal Ministero della Salute (vedi pubblicazione del 2017 sul link sottostante).

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